mercoledì 18 aprile 2007

Cari amici, 


 


                    leggiamo:


 



L’Impresa Pirandello




[…] Margot e Joseph facevano parte dell’Impresa Pirandello: attori girovaghi per lo più ebrei che organizzavano piccoli spettacoli teatrali nell’intento di donare speranza attraverso il regno dell’immaginazione. Aiutarono alcuni partigiani rifugiatisi nel loro furgone, i quali avevano accettato la proposta di improvvisarsi attori per camuffare meglio la loro identità, ma erano necessari documenti falsi che una sola persona era in grado di procurare; Margot sapeva chi, il Dottor Bernardina…


Cosutui era un uomo sulla sessantina, calvo, panciuto, basso e brutto con uno strano tic nervoso: a distanza di vari secondi contraeva il labbro inferiore, storceva il naso e perdeva il controllo delle mani agitando violentemente di lato la testa. La benda in diagonale serviva per nascondere il bulbo oculare rovinato, frutto di una truffa andata male… Li precedette nel suo studio con l’andatura palesemente claudicante.


Stava seduto comodamente sulla poltrona quando un improvviso tic gli fece dare una terribile botta contro la finestra.


«Che zuccata!» esclamò Joseph sorpreso. Margot lo presentò loro elogiandolo come il miglior truffatore sulla piazza.


«Discrezione, per carità…» disse lui manifestando uno strano difetto della pronuncia «…fono folo un povero tipografo…» agitò convulsamente le mani a causa del tic, facendo cadere tutto a terra «Io non truffo, modifico parzialmente; e poi fai prefto a dire fidati: guarda quello.» con la testa indicò un milite «Ha proprio una faccia da ftupido, non fi vergogna ad andare in giro cofì?», ed ecco un’altra craniata alla finestra.


«Se continua così…» disse Joseph «…spacca l’imposta.» e tutti risero sottovoce.


Si tuffò tra le carte quantificando ad alta voce «Due, quattro, fei e fette documenti, chi fe ne frega, intanto che ci fono li faccio pure per me, noh?» indicò una tabella «Tariffa fuperiore, quarta categoria, contributi, i bolli non fono mica gratif…» alzò la testa «Non fi fcappa eh, cofta un occhio della tefta ’fto lavoro.»


Tutti pensarono subito all’occhio che gli mancava e videro che con un altro tic quasi beccava lo spigolo della finestra rischiando di perdere anche quello buono. Alla fine aprì la piccola cassaforte e con avidità infilò la testa ma a causa di un ennesimo tic quella che doveva essere una semplice testata si trasformò in un incredibile rimbalzo. […]



 


Tratto da un capitolo de "I sogni di Nicola" di Cristian , attualmente ospite di Bollate, sesto reparto.


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