giovedì 12 luglio 2007

IN RICORDO DI CORSO BOVIO

Cari Amici,


                      nella mia lunga carriera di lavoro ho incrociato una sola volta Corso Bovio, e di Lui ho un ricordo esemplare. Accadde nel 1980, o giù di lì. Mi ero scontrato con il padre Giovanni, principe del Foro milanese,   perchè in un articolo da me redatto per L'Espresso sostenevo che l'avvocato Giovanni Bovio,  difensore di alcuni imputati nello scandalo dei danni di guerra (3.000 aerei che sarebbero stati venduti dalle aziende del Nord ai tedeschi tra il 1943 e 1945 e che, dicevano i promotori di questa grande querelle da 3.000 miliardi, non erano mai stati pagati, ma nemmeno prodotti, scrivevo io) era in qualche modo coinvolto nella vicenda. L'articolo si intitolava: Nella cabina di guida c'è Don Giovanni'. Giovanni Bovio mi querelò per diffamazione presso il Tribunale di Roma, ma prima del dibattimento venne a mancare. Ebbene il figlio Corso, che pure aveva il diritto di proseguire il processo fino a sentenza, chiuse  tutto in silenzio e con grande dignità. Da allora non ci siamo più incrociati, pur essendo stato nominato anche lui consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, ma in un periodo diverso dal mio. Il mio cordoglio per questa persona seria e impegnata.


 


                                L'ex Direttore

Nessun commento:

Posta un commento

Stai per commentare il mio articolo, grazie. Ricorda che i commenti sono moderati e il tuo sarà pubblicato soltanto dopo l'approvazione. Gianfranco