giovedì 14 gennaio 2010

Termini al termine?

Cari Amici,


                  salvi gli imprevisti dell'ultima ora Fiat chiuderà lo stabilimento di Termini Imerese. Produce in Sicilia costa troppo, almeno 1,000 euro in più per ogni vettura, dice il Ceo Sergio Marchionne, e così lascia a  casa 2.000 dipendenti diretti e indiretti (l'indotto).


  I sindacati ribattono che Fiat in Italia vende un milione di auto all'anno e ne produce 600,000, per cui il gruppo importa 400.000 auto dallì'estero, con aggravio per la bilancia commerciale del paese (e vantaggio per i conti di Torino). I sindacati dicono anc he che Fiat in passato ha ricevuto finanziamenti a fondo perduto per la ricerca nonchè agevolazioni di ogni genere con  la Cassa Integrazione e con gli incentivi per la rottamazione. In questo momento il gruppo torinese dimostra ingratitudine e gretto egoismo.Tutto vero, ma nessuno può impedire nell'attuale contesto politico-economico a Marchionne di chiudere Termini e di spostare la produzione dove vuole.


     Ricordo che negli anni '70 ogni Alfasud prodotta a Pomigliano costava ai bilanci societari (quindi dell'Iri, proprietario di Alfa Romeo, quindi dei contribuenti italiani) il 10 per cento del fatturato. Ma lo Stato acxcettava questa perdita in cambio della pace sociale nella difficile area napoletana.Oggi lo Stato imprenditore non esiste più e il Sud perde posti di lavoro: Italtel, Stm, Italsider, tanto per fare qualche nome delle aziende ex pubbliche.


  Conclusione: in passato lo Stato sarebbe intervenuto per salvare Termini, oggi i suoi rappresentanti non hanno la voglia e i mezzi per farlo e consegnano alla Mafia un nuovo bacino di arruolamento. Ci sta bene così?


                                                                                                       Gianfranco

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