Cari Amici,
buona Pasqua e una riflessione sui giornali di oggi. Leggo delle retribuzioni dei nostri top manager, milioni di euro, che poi sono miliardi di lire, pagati a Tronchetti, Passera, Profumo, Cordero di Montezemolo, Marchionne etc. Il ventaglio salarile si è certamente allargato negli ultimi anni anche da noi, non siamo ancora ai livelli degli americani ma siamo sulla strada buona. Ma è poi questa la strada buona? Quando iniziai a lavorare, l'AD della mia società, la Cucirini Cantoni Coats, prendeva circa 15 volte quanto guadagnavo io, impiegato d'ordine categoria 3/B. Diciamo che il ventario salariale variava da 1 a 20, dietro di me c'erano le operaie dello stabilimento di Acquacalda, proprio mal pagate. . Ma quella era una multinazionale, con criteri diversi rispetto a quanto in vigore in Italia. E oggi?
Oggi nessuno dice nulla, nessuno protesta, nessuno si indigna per questa umiliazione dei lavoratori di base, che però stanno bene attenti a manifestare il loro dissenso per timore di ritorsioni e di delocalizzazioni. Ecco, queste sono le conseguenze dell'affermarsi nel mondo e in Italia del capitalismo di stile anglosassone, che ha creato tali divergenze. Molto meglio era a mio giudizio il capitalismo renano (o giapponese) che impegnava i manager alla moderazione e alla solidarietà sociale. Di questi in Italia ne ho conosciuto uno solo, Giancarlo Lombardi, che in caso di crisi preferiva ridurre i dividendi della sua azienda e tagliare gli stipendi dei manager piuttosdto che licenziare gli operai. Una mosca bianca.
ancora Buona Pasqua
Gianfranco
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