sabato 17 luglio 2010

Crosby Still Nash

Cari Amici,

 

                       sono appena rientrato dall'Arena di Milano, dove ho assistito ad un concerto di Crosby, Still and Nash, una banda che andava per la maggiore negli anni settanta. Mentre i tre vecchietti (tutti della mia età, abbondantemente canuti) strimpellavano le loro chitarre sul palco, ammirati da qualche migliaio di spettatori (e non tutti miei coetanei, c'erano anche dei giovani) mi sono lasciato prendere dal loro sound e sono ritornato con la mente indietro di 40 anni. Ebbene, mi sono chiesto, che cosa mi lasciava dentro a quell'epoca la loro musica, così come quella di Bob Dylan, dei Rolling Stones, e di tanti altri protagonisti del contropotere musicale dell'epoca?

  Sostanzialmente mi lasciava rabbia, voglia di gridare la mia rabbia, e poi la speranza di poter fare qualcosa per cambiare la società e per creare un futuro migliore. Tutte fantasie, è vero, si finiva con un gigantesco Chilomb che passava di mano fino ad esaurimento.

   Ieri sera mio figlio è andato a sentire il concerto di Ligabue a San Siro, un cantante di cui ammiro alcuni lavori. Ebbene, gli chiederò se dopo il concerto, canne a parte, ha provato qualcosa in più rispetto al piacere musicale. Credo di no. Perchè, e questa è la colpa della mia generazione, non siamo stati capaci di trasmettere ai giovani una delle qualità della musica dei nostri tempi, il senso della speranza, la capacità di vedere un futuro diverso, di lottare per qualcosa di nuovo, di migliore .

   Cantavano i tre vecchietti sul palco, e io mi lasciavo prendere dai loro gorgheggi. Soltanto alla fine mi sono come risvegliato dallo stato di tranche musicale e ho lasciato l'Arena quasi vergognandomi delle sensazioni che avevo provato.

Un caro saluto e un buon fine settimana


                                Gianfranco




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