martedì 20 luglio 2010

I soliti noti..

Cari Amici


   ho conosciuto Flavio Carboni tanti anni  fa, quando mi occupavo del caso del Banco Ambrosiano. All'Espresso, dove allora lavoravo, lo trattavano con i guanti, essendo egli intimo (così si diceva in redazione) del presidente nonchè principale azionista del settimanale, Carlo Caracciolo. Lo chiamavano peperino, sempre attivo, sempre alla ricerca di contatti ad ogni livello. Entrò nella storia dell'Ambrosiano nelle fasi finali della vicenda, quando si adoperò per favorire Roberto Calvi nella sua ricerca di sponde politiche ed economiche. Arrivarono il boss Pippo Calò e quelli della banda della Magliana (e già qui si può dedurre il livello dei contatti di Carboni), ai quali Calvi fece qualche sgarro, si parlò di diamanti non pagati, di fondi da riciclare e poi spariti. Chi sbaglia con la 'mala' paga con la vita, e questo capitò a Calvi impiccato a Londra sotto il ponte dei Frati Neri, mentre Carboni, l'intermediario, se la cavò con una condanna a 8 anni.


  Oggi Carboni ritorna alla cronaca di fatti che portano lo stesso imprinting di tanti anni fa. Quando ce li toglieremo d'attorno i personaggi come lui?


Un caro saluto

                                         Gianfranco


n.b. dimenticavo: Carboni porta un vistoso parrucchino, quando lo incontrai era calvo come un melone di luglio.

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