martedì 21 settembre 2010

Profumo di guai

Cari Amici,


 per Alessandro Profumo, uomo forte di Unicredit, è arrivato il momento della verità. Di lui va detto subito un fatto: non proviene dal mondo delle banche, nasce in Mc Kinsey come consulente e per strani scherzi della vita viene paracadutato ai vertici del sistema bancario nazionale. Quanto sopra per dire che ai banchieri di professione Profumo non è mai piaciuto, così come non è mai piaciuto Berlusconi, l'imprenditore, ai politici di carriera.


    L'uomo è abile, sa manovrare, servizii ai politici ne ha fatti molti. Quando acquistava le banche dell'Est (Polonia, ex Jugoslavia, ex paesi dell'URSS) faceva sempre favori a tutti, aiutando non poco le classi politiche locali che vendevano cespiti in cambio di aiuti finanziari. E anche qualche politico italiano ci ha marciato non poco. Adesso viene messo sotto accusa per l'ingresso di capitali libici e arabi in Unicredit. Lui ha cercato una sponda esterna per arginare lo strapotere dei tedeschi e delle Fondazioni cattoliche e della Lega. Con ogni probabilità oggi lascerà. Con una ricca liquidazione, così come si addice ad un banchiere di regime.


Un caro saluto


                                         Gianfranco

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