domenica 23 gennaio 2011

India

Cari Amici,



sono due anni che manco dall'India e devo ammettere che i cambiamenti sono sostanziosi. Lo sporco è sempre lo stesso, gli indiani gettano a terra e ovunbque capèiti i loro rifiuti. In compenso il traffico  aumentato in modo pazzesco, sono quasi scomparse le vecchie automobili per lasciare posto a fuoristrada e berline, i puzzolenti tuk tuk (le Ape dellaq Piaggio) a due tempi hanno fatto laergo a nuovi tuk tuk a quattro tempi o diesel meno inquinanti. I giovani vestono meglio, tutti con uno o due cellulari, le donne mostrano un maggior livello di emancipazioner  I prezzi sono aumentati a dismisura, una camera d'albergo dignitosa costa 3 volte quanto due anni fa, e siamo abbastanza prossimi ai livelli occidentali. Insomma, il benessere sembra dietro l'angolo. Permangono però i difetti del passato, soprattutto le caste. Mi diceva un compagno di viaggio che attualmente esitono in India almeno 3.000 caste (più che altro sono corporazioni, o categorie sociali ben distinte) e poi vi sono i Dahlit, o paria, i senza casta. Ebbene, nel paese in cui trascorro il mio tempo a presiedere il consiglio comunale è stato eletto un Dahlitg, il quale nelle riunioni non può prendere la parola se non al termine dei lavori, non può sedere sui banchi dell'assemblea ma deve stare accovacciato per terra. Però è il presidente, e senza la sua 'spregevole' firma non passa nulla. Ecco, questa è una delle contraddizioni che frena il progresso, però a mio giudizio qualcosa si muove. Cercherò di essere piuù esaustrivo nelle pèrossime missive.



Un caro saluto   Namaste

                                                                       Gianfranco

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