Cari AMici,
tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Ma chi è l'uomo più conteso d'Italia? Che diamine, il Senatur, Umberto Bossi, l'unico ad avere in mano le chiavi per uscire dal pantano nel quale si è infilata la politica italiana. Lo cerca Fini, che nella sua relazione di ieri ha detto che il federalismo è un'occasione storica da non perdere, e che pertanto bisogna sedersi intorno ad un tavolo e trattare.
Lo chiama il PD, che batte sullo stesso tasto. Casini non si pronuncia, ma è lì in attesa come un gatto sornione. Se Bossi ritira l'appoggio al Pdl il governo cade il giorno dopo e si va ad un ministero di salute pubblica a larghe intese.
Lo ha capito anche il Cavaliere, facendosi dire da Ferrara: ritorna quello del 1994, quello prima del voltafaccia leghista ma ricco del senno di poi. E poi ha iniziato un fuoco di sbarramento contro Giulio Tremonti. Di gennaio sono le prime indiscrezioni sull'ex numero due di Tremonti, Marco Milanese, e di presunte truffe nel ramo assicurativo che coinvolgono Milanese e alcune società di Malta.
Si tratta di un'inchiesta della procura di Napoli che pende come la spada di Damocle sugli indiziati e su Tremonti. L'avvertimento della stampa vicina al Cavaliere è chiaro; se Bossi cambia campo, per Tremonti saranno guai. Poco importa se un provvedimento che colpisca il ministro del Tesoro avrebbe effetti drammatici sulla credibilità del paese e sulle nostre finanze. Chi governa ha intenzione di restare a Palazzo Chigi a tutti i costi, muoia Sansone con tutti i filistei, sa bene che se ne esce non vi fa più ritorno e viene dato in pasto ai giudici. Così Bossi traccheggia, e il paese va alla deriva. Sino a quando?
Un caro saluto e un buon fine settimana
Gianfranco
e se il Senatour non cede? si va a rotoli?
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