martedì 22 marzo 2011

il Gioiellino


Cari Amici,



il gioellino Parmalat si è ripreso dalla crisi finanziaria nella quale l'avevano gettata il duo Tanzi-Tonna nonchè la banda banchieri Bassotti, e ora fa gola ai francesi di Lactalis. Da tempo la Francia punta per l'espansione all'estero della propria produzione agricola in Europa su due settori vitali: grande distribuzione e prodotti alimentari. GS prima e Parmalat ora rientrano in quest'ottica. Ormai il made in Italy alimentare fa capo a gruppi esteri: Unilever, Nestlè e i francesi hanno acquistato marchi prestigiosi come Motta, Alemagna, Perugina, Buitoni e oggi sembra essere la volta di Parmalat, mentre nella grande distribuzione si salvano soltanto  Coop, Esselunga e il Gruppo Brunelli (Ipermercato e Oviesse). Il made in Italy alimentare non sembra comunque destinato al tracollo: chi si immaginava qualche anno fa che Bauli, Balocco e Majna avrebbero preso il posto in termini produttivi e di quota di mercato dei classici Motta e Alemagna, mentre in altri comparti alimentari (vini, pasta e inmsaccati, ad esempio) il made in Italy conquista posizioni all'estero. Direi dunque che non è corretto fare battaglie ostruzionistiche contro l'arrivo degli stranieri in comparti non fondamentali come l'alimentare, dove qui da noi nuovi protagonisti emergono in continuazione. Diverso è il discorso per la tecnologia, l'auto, i computer, la chimica fine, le reti telematiche, le telecomunicazioni. Qui la battaglia per la sopravvivenza degli interessi nazionali l'abbiamo persa da anni per colpa di una classe imprenditoriale inetta e speculatrice.

Un caro saluto

                                                                         Gianfranco

                        





 


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