lunedì 4 aprile 2011

La quercia di Madeira


Cari Amici,



oak, quercia in inglese. E la Quercia era, all'epoca del presunto scandalo sulla privatizzazione della Seat, il simbolo dell'ex Pci. Ora il Giornale riavvia la macchina del fango per sostenere che dietro il fondo Oak di Madeira c'erano personaggi legati all'ex premier Massimo D'Alema. E' mai possibile che l'arroganza di D'Alema fosse tale da utilizzare un nome così intrigante per coprire i suoi presunti interessi economici? Il dossier non è nuovo, già se ne parlava all'epoca e nelle redazioni correvano le seguenti ipotesi di pactum sceleris, accordo scellerato ad altissimo livello politico: il governo di D'Alema fa le privatizzazioni come vuole, e Berlusconi all'opposizione non solleva obiezioni.  Si limita a dire che l'unica merchant bank dove si parla italiano è Palazzo Chigi. In cambio il Berlusca ottiene che non parta nessun provvedimento da parte del governo e della coalizione che lo appoggia per risolvere il problema del conflitto di interessi del Cavaliere. Sappiamo come è andata a finire.

D'altra parte, il caso Seat era macchiato di sospetti sin dalle oriigini: nel 1997 Telecom Italia privatizza Seat a 600 lire per azione. Appena tre anni dopo Telecom se la ricompra al prezzo di 4,2 euro per azione, cioè circa 8.000 lire. I 2.000 miliardi del 1997 diventano oltre 16.000 pochi mesi dopo. In mezzo il boom di Internet e della New Economy, poi sgonfiatosi agli inizi del 2000. Insomma, una partita giocata con le carte truccate, soldi ne hanno fatti tutti, compresa le finanziaria di Madeira Oak Fund che si è portata a casa una plusvalenza di parecchie centinaia di miliardi di lire.

Forse qualche particolare lo potrebbe fornire la Investitori Italiani, la finanziaria che gestì la seconda fase dell'operazione. Ma non credo si caverà molto, Dario Cossutta è sempre stato schivo e defilato..

Resta  da capire perchè proprio in questo momento viene rispolverato il caso Seat, finito nel dimenticatoio ormai da anni. Forse si sono rotti nell'ombra accordi che sembravano di ferro, oppure riemerge il vecchio astio tra d'Alema e Sallusti. Oppure, muoia Sansone con tutti i Filistei.



Un caro saluto

                                         Gianfranco

 


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