domenica 3 luglio 2011

Istat


Cari Amici,



dati ufficiali: un giovane su tre sotto trent'anni  è senza lavoro. Aggiungiamo che almeno la metà di quanti lavorano è sottoposta a contratti a tempo determinato, e poi vi sono quelli che hanno rinunciato a cercare un impiego e vivono nell'inedia. Si può ben capire come l'insicurezza e la frustrazione siano gli elementi propri di questa generazione.

Di chi è la colpa? Dei giovani che non hanno voglia di lavorare e preferiscono oziare o delinquere? Di quanti hanno scelto studi classici senza sbocchi invece di intraprendere studi tecnici (il vecchio avviamento al lavoro, scuole professionali e commerciali, istituti tecnici)? 

  La colpa è nostra, della nostra generazione che tutta presa dai propri egoismi non ha saputo pianificare il futuro, non ha programmato numeri chiusi per alcune facoltà umanistiche, non ha spinto i giovani verso studi tenici, non ha sponsorizzati sbocchi verso l'artigianato, l'agricoltura, i servizi, non ha varato salari d'ingresso per i giovani.

Sono monotono? Dico sempre le stesse cose? Vedo sempre nero? Forse, ma il problema dei giovani senza lavoro mi angustia, soprattutto mi angustia la scarsa attenzione che viene dedicata a questa piaga. La destra pensa solo a galleggiare e sopravvivere, agli imprenditori delocalizzare va benissimo, mentre ubriacata dall'antiberlusconismo e sorda alle istanze sociali la sinistra è incapace di varare idee e progetti. Così il disagio giovanile resta confinato alle aride cifre dell'Istat.



Un caro saluto e un buon avvio di settimana



                                    Gianfranco


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