lunedì 9 gennaio 2012

Szabadság

Cari Amici,
szabadság: forse l'unica parola che conosco in ungherese, vuol dire libertà.
Era il nome dell'albergo dove pernottai a Budapest nel 1966 durante la mia prima visita nella capitale magiara. In questo mare di cattive notizie sono rimasto favorevolmente impressionato dalla decisione del governo magiaro di ritornare sui suoi passi in materia di oppressione delle libertà civili dopo l'ammonimento di Bruxelles: o libertà oppure niente soldi. Siccome Budapest è praticamente fallita, quello del vil danaro è l'unico elemento di pressione in grado di modificare la situazione.
Temo però che la destra estrema europea non si fermerà qui: ci sono tutte le condizione perchè il fenomeno si ripresenti in altri paesi, penso a Grecia e Portogallo, e perchè no, anche a Spagna e Italia.
Le  condizioni per una svolta auritaria ci sono tutte: disoccupazione, inflazione, malessere, ignoranza sociale, risentimento verso la classe politica che non ha saputo governare. Ci sono anche i capri espiatori: politici, bancheri e immigrati.
In Germania Hitler vinse le elezioni per molto meno.

Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

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